CONOSCERE E PREVENIRE IL RISCHIO DI ESPOSIZIONE A LEGIONELLA

23.07.2013 15:58

Col termine legionellosi si definiscono tutte le forme morbose causate dai batteri appartenenti al genere legionella (legionella pneumophila).
Tali batteri sono classificati nel 2° gruppo di rischio degli agenti biologici indicati nell’Allegato XLVI del D.Lgs 81/2008.

La legionellosi fa parte delle malattie infettive e diffusive sottoposte a sorveglianza speciale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), della Comunità Europea (European Legionnaires Disease Surveillance Network - ELDSNet) e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e soggette ad obbligo di denuncia. La Circolare Ministeriale del 29/12/1993 prevede la compilazione e l’invio all’ISS, presso il quale è istituito un registro in cui sono annotati i singoli casi di infezione, di una scheda di sorveglianza ogni qual volta sia diagnosticato un caso di legionellosi.

Le due principali conseguenze del contagio sono la Febbre di Pontiac e la Malattia dei Legionari. La prima è una forma simil-influenzale di lieve entità, senza interessamento polmonare. La seconda è invece a forma più severa dell’infezione con una letalità totale del 5-15% che, nei casi di pazienti immunocompromessi, può arrivare al 70–80% (da dati Inail).
La malattia è acquisita per via respiratoria mediante inalazione di aerosol (goccioline di acqua aerodisperse) contenente legionelle o di particelle di polvere da esso derivate per essiccamento o, più raramente, in seguito ad aspirazione di acqua contaminata. Più piccole sono le dimensioni delle goccioline inalate e più facilmente queste raggiungono le basse vie respiratorie (alveoli polmonari).
E i principali sistemi in grado di generare aerosol sono i rubinetti e i diffusori delle docce dell’impianto idrico, le torri di raffreddamento, i condensatori evaporativi e gli umidificatori degli impianti di condizionamento, le vasche idromassaggio, le fontane decorative, le piscine, ecc.

Il rischio di acquisire un’infezione da Legionella è correlato alla presenza di:

fattori ambientali. Il più importante è rappresentato dalla temperatura dell’acqua che, se è nell’intorno dei 36°C (compresa tra 25°e 42°C), permette al batterio di raggiungere elevate concentrazioni. Altri fattori di rischio legati alle condizioni ambientali sono la presenza di amebe all’interno delle quali il microrganismo può crescere, di sostanze biodegradabili che favoriscono la formazione di biofilm (aggregazione di microrganismi), di elementi in traccia (ferro, rame, zinco, ecc.), di incrostazioni e depositi calcarei.

fattori del microrganismo, correlati alla virulenza del ceppo batterico (capacità di moltiplicazione all’interno dei macrofagi, resistenza agli antibiotici, ecc.).

fattori legati all’ospite, relativi alla maggiore suscettibilità di alcuni individui nei confronti dell’infezione. Tra questi, i soggetti di sesso maschile o di età avanzata, i fumatori, le persone affette da patologie croniche (broncopneumopatie ostruttive, malattie cardiovascolari, diabete, ecc.) o con immunodeficienza acquisita in seguito ad interventi terapeutici (trapianti d’organo, terapia con steroidi e antitumorali).

Malgrado la carenza di dati specifici e il fatto che il rischio di acquisire un’infezione sia riscontrabile in tutti gli ambienti di vita e di lavoro con esposizione ad aerosol infettanti, sono tuttavia noti numerosi casi di legionellosi tra lavoratori addetti alla pulizia e manutenzione degli impianti di condizionamento e delle torri evaporative, addetti alla vendita di vasche per idromassaggio, minatori, dentisti, giardinieri, ecc.
Inoltre alcuni dati ottenuti da monitoraggi microbiologici svolti nei luoghi di lavoro dimostrano la presenza del batterio nell’acqua degli impianti per il lavaggio di parti meccaniche nelle industrie automobilistiche, nelle vasche di raffreddamento e lavaggio di prodotti vegetali, nelle vasche di aereazione per il trattamento di acque reflue, nel materiale organico per la produzione di terreni per il giardinaggio, ecc.

Per prevenire la legionellosi l’ISS ha predisposto delle linee guida che indicano misure di prevenzione e controllo da attuare negli ospedali e nelle strutture ricettive (alberghi, campeggi, piscine, ecc.) – cfr. allegato 1.
Per tali attività vige l’obbligo di effettuare la valutazione del rischio legionellosi e di predisporre un piano di autocontrollo per il monitoraggio dell’agente batterico.
Secondo le linee guida, ai fini della prevenzione e del controllo della legionellosi, è fondamentale attuare determinate misure a breve termine (decalcificazione dei rompigetto dei rubinetti e dei diffusori delle docce, sostituzioni di tubi, ecc.) e a lungo termine (svuotamento, pulizia e disinfezione dei serbatoi di accumulo acqua, torri evaporative, shock termico, iperclorazione, ecc.).

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